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mercoledì 18 aprile 2012


Attivita 4


Ora era di nuovo buio.
E c'era papà.
E c'ero io.

vivo, Filippo?"
"Tu lo sai meglio di me."
Ho provato a guardare dalla finestra, ma la tutto giù era nero. Ascoltavo il rombo. 
"Dove andiamo?"
"Tu? Vai all'ospedale."
"E tu?"
"Non lo so."
Per la prima volta dal sparo, ho cominciato a piangere. Silenziosamente. Non volevo che Papà lo vedesse. 
Mi ha messa la mano nei capelli. 
"Non piangere. Vivrai. È più che mi merito." 

Attivita' 4


Mi sono svegliato nell’ospedale, dopo quante ore non so. Il dolore nella mia gamba era insopportabile ma peggiore era la mia ansietà per Filippo. Solo poteva pensare a lui. Era scappato? Era morto?


Ho dormito quasi tutto il giorno e mi hanno visitato Mamma e Maria. Mamma non parlava di Papà, e neanche volevo sapere cosa è successo con lui. Almeno non ancora. Maria solo giocava con la Barbie, non diceva niente, nemmeno mi guardava. Finalmente ha detto qualcosa quando mamma è andata a trovare dell’acqua per me.
Con lacrime nei suoi occhi, Maria ha chiesto solo, “Perché?”
Ho risposto semplicemente, “Ho promesso.”


Il prossimo giorno, una signora elegante e bionda è entrata alla stanza. Ha sussurrato, “Grazie, Michele.” Mi è sembrata familiare.

martedì 17 aprile 2012

Attivita 4


Una figura scura si è avvicinata. Papà lo ha guardato.
Papà, devi scappare.
Nel rombo papà ha detto:--Non l’ho riconosciuto. Aiutatemi, vi prego, è mio figlio. È ferito. Non l’ho...
Ora era di nuovo buio.
E c’era papà.
E c’era io.

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Mi sono svegliato in una stanza bianca con una grande finestra. C’erano le macchine intorno a me che facevano il bip molte volte. La luce del sole ha fatto la stanza più brillante che era accecante. Mia madre e Maria dormivano in una sofà fronte da me. Papà stava concentrato di quello che succedeva fuori della finestra, con i occhi rossi e con lacrime. Ho visto la porta: c’era molto carabinieri fuori della stanza. Un dolore forte ha viaggiato per tutta la gamba ferita quando ho provato di sedere. Solamente avevo una domanda nella testa dolorante.

“Filippo?”

Papà mi aveva sentito e si è venuto verso di me, dicendo “Shh, non parli di più. Lui è con sua madre e la sua famiglia.” Ha preso la mia mano e l’ha baciato. Lui ha chiuso gli suoi occhi e più lacrime scorrevano sulla faccia. Mi ha guardato con gli occhi rossi e mi ha detto, “Michele, tu sei un bambino buono e puro. Sempre fai quello che tu pensi che sia giusto. Va bene?”

Non potevo dire niente. L’immagine di lui ed io nel buco per sempre era stata incisa nella mia testa. Ma questo era un lato di mio padre che non avevo visto per niente. Un’ uomo debole, mio padre.

Uno degli carabinieri ha bussato la porta leggermente, e ha chiamato a papà di uscire dalla stanza. Io sapevo quello che significava. Era tempo.

Ho cominciato di piangere in silenzio. Papà mi ha datto una bacia nella testa e un’ abbraccio forte. “Perdonami Michele.” Ho detto che si con la testa. Lui ha baciato a Maria e mia madre, e dopo lui è uscito della stanza. Era l’ultima volta che l’ho visto.

Si papà, ti perdono. 

Attività 4


Quel momento era l’ultima volta che ho visto mio padre. Un paio di giorni dopo, quando stavo nell’ospedale, lui è andato in galera. Mamma non era coinvolta nel rapimento e lei, Maria ed io siamo lasciati Acqua Traverse per vivere con la sua famiglia al Nord. Non visitavamo Papà, non parlavamo di Papà. Era come lui non esisteva. Sono andato all’università, mi sono sposato. Vivevo una vita quasi normale. Filippo è ritornato alla sua famiglia. Non so cosa sta facendo adesso.
            Ieri, sono andato al funerale di mio padre con mia moglie e mio figlio, Pino. Desiderio che io lo conoscessi, ma desiderio che Pino lo conoscesse di più. Quando uscivamo dalla macchina per la processione, mia moglie ha dimenticato i fiori.
            “Papà!” Pino ha urlato. “Giochiamo il tocco di soldato! Il perdente deve prendere i fiori.” Mia moglie ha preso una scatola di fiammiferi della sua borsa.
            “Aha!” Pino ha detto. “Ho vinto!”
Ho perso. Quando sono tornato alla macchina, sono riso. Era perfetto.

Attivitá 4


Tutto era così veloce. Filippo ha preso la pistola.
– Non lo fa.
Ha puntato la pistola al papà.
– Scappa! Non spara!
Penso che lui solo voglia proteggermi. Almeno in parte. Lui non stava pensando chiaramente. Era stato ferito. Abitava nel buco per tre mesi. Era disorientato. Si, Pino ha fatto una cosa terribile ma era mi padre.
Ho provato urlare e fermare Filippo ma tutti è diventato confuso e il bianco ha assunto.
      No. Non lo fa Filippo.
Ma la mia voce non ha fatto un rumore. Mentre scivolavo, ho sentito lo sparo. 

Chang - Attivita' 4

P.216 / 226 "Ora sembravano lì. Il cane abbaiava sopra la mia testa."

Ho visto papà. In una mano teneva una pistola, nell’altra una pila elettrica. Mi ha visto e sembrava preso con la sopresa. “Perché volete ucciderlo? ” Gli Ho chiesto. “È lui di nuovo,” ha urlato Felice, saltando giù e mi tirando fuori del buco.

“Adesso, Pino, i carabinieri sono lì!” ha detto il vecchio.

Gli occhi di tutti sono stati fissati su papà. Le sue mani tremavano. “Non ce la faccio, ” ha sussurato.

A quello momento abbiamo sentito un elicottero, che ha fissato un luce su noi. Intorno di noi c’erano figure scure con dei cani. Hanno perso. Abbiamo perso.

Attività 4

Mi sono svegliato da un bip ritmico. Ero sdraiato. La luce era tornato, ma era diversoPiù penetrante. Sterile. Un ospedale.
La mia gamba ha sentito appiccicosa e stretta. È stata avvolto in una garza e bende e unguento denso.

Ero esausto. Ho visto la figura di mia madre ai miei piedi. Qualcuno mi ha strizzato la mano. 



Ho visto una grande mano familiare attorno alla miaPapà!

Noi tutti guardavano l'un l'altro e insieme abbiamo cominciato a piangere.

"Mi dispiace. Mi dispiace tanto." Ho sentito mio padre ansima sotto i suoi singhiozzi.
"Innumerevoli giorni sono passati," ha detto Mamma, "siamo felicissimi che ti sei risvegliatoSiamo felicissimi."

Ho sentito più voci sul lato opposto della stanza. Era la TV.
"Dopo diverse settimane, il giovane Filippo ha fatto un pieno, miracoloso recupero. I suoi rapitori si arrese il ragazzo il mese scorso senza chiedere un riscatto. La sua famiglia..."

Non riuscivo di ascoltare di più. Ero sopraffatto. Filippo. Sano. A casa.

"Siamo felici, Michele. Non abbiamo mai avuto tanta paura," Mamma ha detto.

"Non l'ho mai." Ho sussurrato.
C'era la luce di nuovo. La gamba non mi faceva male cosi' come prima di aver perso la mia conscienza, ma mi sentivo piu' leggero. Papa non c'era, ma potevo vedere una sagoma che mi sembrava potesse essere di mia mama. "spero che ci puoi perdonare un giorno" ha detto la sagoma. Volevo dire che non capivo cosa significa questo, ma la voce che proveniva dalla sagoma si sentiva cosi triste che Io volevo dire "Non ti preoccupare, tutto e' a posto." Ma prima de aver cominciato a parlare, altre sagome indossate i pantalocini e i camici blu sono apparso e hanno preso l'altra sagoma. Era scuro di nuovo.
Margot Hauer-King
Attivita' 4

pagina 229,
La luce mi ha accecato. Ho chiuso gli occhi
    -    Papa, sono io, sono Miche..

Poi c’e’ stato il bianco

Non so per quanto tempo ci siamo seduti li. Pero, quando ho aperto gli occhi, il dolore che assorbito tutto il mio corpo era diventato un intorpidimento che picchia.
Non ero in buco ancora, ma nelle mani tremanti di papa. Mi e’ afferrato come un neonato. Ha accarezzato i miei cappelli. Ha bisbigliato nel mio orecchio.
    -    Papa’... Papa’..
    -    Si? Michele?
    -    Smettila
    -    Che?
    -    Fermati!
    -    Fermati?
Non so come ho trovato la forza di parlare... ma ho dovuto continuare...
    -    Si, fermati. Non voglio questa attenzione. Voglio aiutare Fillippo. Sei venuto qui per ucciderlo. Adesso, e’ necessario aiutarlo invece.
Papa mi fisso’ con gli occhi irriducibili.

Abbiamo trovato Filippo - Papa cercato con me sulle spalle. Si era nascosto dietro una roccia, tremante e mormorando il mio nome.

--

Adesso, tre mesi dopo, tutto ha cambiato. Quando Papa ha tornato ad Acqua Traverse, con tutte le due Filippo e me, ha dovuto arrendersi alla polizia velocemente. Siamo passati quasi un giorno nel posto di polizia mentre Papa ha dato tutta la storia.

Papa, Felice, il Vecchio e tutti sono stati messi in prigione.
Filippo e’ riunita con sua famiglia.
Me? Non preoccuparti per me, io non ho paura.

Attivita` 4


Ho visto mio padre con la pistola tra le sue mani. Questo era la fine. Andavo morire, ammazzato par la mia stessa carne e ossa. Ero suo figlio, ma lui non mi ha riconosciuto. Ma se sarei morto lì, fossi felice perché ho fatto la cosa giusta e ho salvato Filippo.

Nel sfondo ho sentito il rumore degli elicotteri. Erano stati venando più vicino. Pregavo che arriverebbero in tempo.

Ma se la polizia salva Filippo e me, catturerebbe mio padre. Lui andrebbe alla prigione.

Mio padre ha cominciato a venire più vicino. La pistola era rivolta al mio petto e le sue mani tremavano.

“Papà, è io, è Michele!” ho gridato disparatamente.

Lui mi ha sentito. I suoi occhi si erano allargavano ed è caduta immediatamente la pistola.

“Michele?” ha ripetuto a voce bassa con le lacrime agli occhi.

Presto, gli elicotteri volteggiavano sopra le nostre teste. L’opportunità per uccidere Filippo era persa. Mio padre mi ha dato uno sguardo di vergogna, poi è girato e correva nel buio. Era l’ultima volta che l’ho visto.

Attività 4


Una figura scura si è avvicinata. Papà lo ha guardato.
Papà, devi scappare.
Nel rombo papà ha detto: – Non l’ho riconosciuto. Aiutatemi, vi prego, è mio figlio. È ferito. Non l’ho...
Ora era di nuovo buio.
E c’era papà.
E c’ero io.

Non sono mai tornato ad Acqua Traverse. Dopo questa notte, l'elicottero mi ha preso all'ospedale dove guarivo lentamente. Maria ed io sono andati a vivere con i parenti della mamma, e papà e mamma sono andati in prigione, papà per molti anni. Sapevo che Filippo era sicuro a casa con i suoi genitori, ma non l'ho visto per dieci anni dopo il suo rapimento. Oggi, siamo amici. Abito al nord, e lui è andato via per vivere all'estero. Ci vediamo ogni tanto.

Attività 4

Mi sono svegliato in un letto strano. Le lenzuola erano pulite e ruvide. C'era una donna nella porta della stanza. Quando mi ha visto, è scappata velocemente. <<Dove sta Filippo? Dove stanno mia mamma, mio papà, e Maria?>> ho urlato. Non potevo aspettare per un risposto. Ho provato a uscire il letto, ma non potevo muovere le mie gambe. Ho cominciato a piangere. Stavo in un ospitale. Era molto lontano di Acqua Traverse. Sono andato in ospitale una volta prima di quella—la mia famiglia è andato per visitare la mia nonna che stava morendo. Non volevo morire. Un poliziotto è entrato la stanza. Mi ha guardato e poi ha sussurrato qualcosa. <<Non posso sentiriti,>> ho detto. In una voce più alta, ha detto, <<Tuo padre è in galera e non possiamo trovare tua mamma né tua sorella.>>

Attivita' 4


Ho aperto gli occhi. Tutto era bianco di nuovo. La luce era troppo accesa. Il paradiso... un buco. Tutto il mio corpo faceva male.

Dov'era Filippo? Provavo a aprire gli occhi piu' lentamente. Le lenzuole bianche bianche, Il cielo, bianco. Nella distanza c'era una voce di una donna. Quando riuscivo vedere completamente, tutto era ancora bianco. La stanza era deserta, eccetto una figura piccola nell'angolo.

Volevo dire qualcosa ma non riuscivo parlare con le parole. Ho gemuto.

Era Filippo, qui, nella stessa stanza. Avanzava al mio letto.

Ha sussurato, "angelo custode?"

Attivita' 4

Sono caduto ed è stato colpito dalle tenebre. Aprii gli occhi leggermente a vedere mio padre che mi fissava con una faccia sconvolta. Ho provato a chiamare il suo nome, ma la mia gola è stata inondata con il sapore metallico del sangue. Ho potuto sentire parecchie mani in movimento il mio corpo, le voci degli altri uomini.
-Che cosa faremo con il suo corpo?
-Sei sicuro che è morto?
-Anche se non lo è, sarà presto.
Ho sentito le macchie di terra colpire la mia faccia. Non era ancora morto, ma la terra continuato a colpire la mia faccia. Sentivo la voce debole di mio padre piangere in lontananza.

Attività IV


Una figura scura si è avvicinata. Papà lo ha guardato.
Papà, devi scappare.
Nel rombo papà ha detto: – Non l’ho riconosciuto. Aiutatemi, vi prego, è mio figlio. È ferito. Non l’ho...
Ora era di nuovo buio.
E c’era papà.
E c’ero io.

Non sapevo di dire la verità all'ora in cui l'ho detto a Salvatore, ma infatti, prima dell'inizio di scuola, mi sono trasferito a Pavia insieme con mia sorella.  Quello che è successo è qualcosa che anche adesso mi stupisce.

Mi sono svegliato qualche ora dopo, in una stanza d'ospedale a Lucignano.  Tutto era bianco, e c'erano delle facce che non ho riconosciuto. C'erano anche Filippo e Maria.  Filippo si è pulito dato che ci siamo partiti, e si sono voluti parecchi secondi primo che io potessi identificarlo.  Sembrava un vero gentiluomo, più vecchio dei suoi anni a causa di tutto che è successo negli mesi passati.  Si è seduto, e mi ha raccontato del tempo perso così:

"Mi sono nascosto come mi hai ordinato, ed improvvisamente ho sentito uno sparo.  Sono stato fermo, pieno di paura, ma a quel momento l'uomo ha ansimato da rammarico.  Ti ha portato fuori, e poi dei carabinieri sono entrati.  Avevo anche paura di loro, pensando che mi sparerebbero come te, ma mi hanno istruito di avere calma, perché sono arrivati per salvarmi.  Ho incontrato i miei genitori nell'elicottero, e gli ho detto tutto, specialmente di te.  Sono convinti da me di adottare tu e tua sorella..."

Si è fermato a parlare.  Non sapevo perché, ma ho scoperto dopo che i miei genitori erano stati arrestati per coinvolgimento nel rapimento.  I suoi termini a prigione sono finiti adesso, e gli incontro qualche volta.  Ho incontrato anche Salvatore delle volte.  Gli altri non ho visto da vent'anni: vent'anni che sembrano di essere niente, i vent'anni in cui ho capito tutto, vent'anni senza paura.

lunedì 16 aprile 2012

Attività 4


Era l'estate più torrida del secolo.

Era l’estate più formativa della mia vita.

Quell'estate inviato papà in carcere, mamma alla depressione, Maria a rapida crescita, e me al coraggio.

Era l'estate di Filippo e mi ha fatto chi sono oggi.

Attività 4

-Papà, sono io, sono Miche...
Poi c'è stato il bianco.


Quando ho sentito una seconda esplosione, ho aperto i miei occhi. In questo momento, ho notato un dolore grandissimo nella mia gamba. Mi sentivo come la mia gamba era in fiamme. Ho gridato forte perché non ho potuto contenere il dolore. Fuori il silenzio, un suono ruggente ha iniziato. Ho continuato a gridare da dolore e da paura. Un uomo grande è apparso fuori il buco ma non lo conoscevo.

Si è mosso verso di me.

-Quale il tuo nome ragazzino? Stai male?
-Michele e non lo so

La mia voce era debole.

Indossava un uniforme dei carabinieri. Mi ha preso e mi ha portato a un elicottero con le luci accecanti e un’elica gigante. Mentre ha camminato, ho visto mio papà con la sua faccia sul terreno. Ho chiamato – Papà! – ma non ha risposto.

Il uomo mi ha messo nel elicottero su un letto. Improvvisamente, mi diventato molto stanco. Un nuovo uomo ha detto – questa medicina ti aiuterà di dormire.

Prima di ho chiuso i miei occhi ho girato la mia testa e ho visto Filippo con una coperta pulita e un sorriso sul sua faccia.