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domenica 1 aprile 2012

La tartaruga - 22 marzo


Ammaniti P.173 (ed. vecchia): “Ho sognato che era notte, ma io ci vedevo lo stesso. Le colline si muovevano nel buio. Si spostavano lente come tartarughe sotto un tappeto. Poi tutte insieme spalancavano gli occhi, buchi rossi che si aprivano nel grano, e si sollevavano, sicure di non essere viste, e diventavano dei giganti fatti di terra e coperti di spighe che avanzavano ondeggiando sui campi e mi venivano addosso e mi seppellivano.

Nel simbolismo cristiano primitivo, la tartaruga rappresentava lo spirito del male. Il che nonostante che Michele probabilmente non sappia, quell’animale appare anche nel sogno di Michele come una minaccia. Una delle più anziane specie che esistano, e avendo una longevità straordinaria, le tartarughe hanno addosso sempre un’aria misteriosa. Nella mente di Michele sono degli spiriti della terra, che hanno i buchi per gli occhi, e che lo seppellono diventando dei giganti coperti di spighe. Il campo di grano, che dovrebbe essere la fonte d’oro della sicurezza, dell’abbondanza, e della vita, è diventato maligno per Michele, proprio come non sa più chi è buono e chi è cattivo nella sua vita.

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