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mercoledì 21 marzo 2012

Attività 3


(p. 147)

“Ero peggio di Giuda che aveva barattato Gèsu per trenta denari. Con trenta denari chissà quante squadre ci si potevano comprare.”

            Io non so molto del vangelo, però quest’analogia a Giuda e Gèsu cambia la nostra comprensione del lealtà di Michele. All’inizio Michele presenta Salvatore come il suo migliore amico. Tuttavia, quando Michele dice la storia di Filippo a Salvatore, lui risposta con l’indifferenza, non solo verso Filippo, ma anche verso Michele, perché questa situazione è la cosa più importante della vita di Michele, e a Salvatore non importa.
            L’analogia di Michele alinea implicitamente Salvatore (il cui nome vuole dire “chi salva,” come Gesù) con chi ha arrestato Gesù per ucciderlo. Con la sua indifferenza, Salvatore ha tradito Michele, e allora Michele, senta che lui abbia tradito Filippo dicendo la sua storia a qualcuno che non è necessariamente un alleato. D’altra parte, secondo Michele, Filippo è adesso come Gesù, una persona innocente che molti altri vogliono danneggiare, e che Michele deve proteggere più di chiunque altro. Si può dire che in questa scena, il migliore amico di Michele cambia da Salvatore a Filippo.

martedì 20 marzo 2012


“Dài! Che c’hai la ricotta al posto dei muscoli? Sei più debole di un moscerino! Tirala fuori questa forza, Cristo di Dio!” Ho mormorato, “Non ce la faccio.” Era come piegare una sbarra di ferro. “Sei una femmina, Michele. Maria aiutalo, dài!”(41)
Questa scena è interessante perché credo che contribuisca all’immagine di forza che è rappresentata nel romanzo. Non è così inconsueta, ma infatti, è molto pertinente. Il romanzo è di superare qualche paura e la forza è tenuta a superare una paura. Il padre di Michele sempre dice a Michele di essere forte oppure dimostrare la sua forza. Questa scena e’ un esempio del padre dicendogli di essere più forte. E’ ovvio che quest’ossessione indichi che Michele supererà una paura sua.

lunedì 19 marzo 2012

Attivita' 3

"La cicca e' scomparsa nella notte, come un lapillo infuocato"
pagina 126

Questa similitudine emerge nella scena in cui Michele e Sergio dormivano nella stessa stanza. Michele guarda Sergio, e il modo in cui lui "spogliarsi" sul letto, mentre fumando una sigaretta. Il concetto di un lapillo infuocato dimostra il senso ricorrente di fuoco. In tutto il libro esiste un'immagine di bruciato, con il sole in particolare. Non c'e' niente possibilita' che si potrebbe dare fuoco a un lapillo: consiste di una materiale proprio infiammabile. Dunque, quest'immagine sottolinea l'idea che tutto nel libro e' in fiamme. Gli emozioni, i campi, i rischi e perfino i lapilli. Il fuoco diventa una manifestazione della natura drammatica della situazione, e un simbolo di aggressione e tensione.

Attività 3

"Gli orsetti lavatori. Se lasci aperta la finestra della cucina gli orsetti lavatori entrano dentro e rubano le torte o i biscotti, a seconda di quello che si mangia quel giorno..." pg. 82

L'immagine degli orsetti lavatori rappresenta la vita originale del bambino nel buco. Lui aveva una famiglia, un futuro promettente--forse in America dove ci sono orsetti lavatori di che suo padre ha parlato. Ancora, lui ha la memoria di questa storia, ma adesso, non si ricorda la importanza originale. Lui non ha la sua vita vera nel buco, e per questa ragione, non ricorda la storia di suo padre più. Quando Ammaniti scrive degli orsetti lavatori, mi ricordo che il bambino aveva una vita prima del buco.

Attività 3


Credo che ci sia una metafora per lo stato del sud negli anni 70 in tutto il libro nei campi di grano. I campi, le colline, e la città sono spesso descritti come sabbiosi, sporchi e asciutti. Non sono mai descritti come di colore verde ne lussureggianti e piena di vita. C'è un vero senso della desolazione e la povertà e il contrasto tra la ricchezza della famiglia di Salvatore e la sussistenza delle altre famiglie. L'Italia in questo momento è stata anche in un periodo di terrorismo. Ammaniti fa un ottimo lavoro nella riproduzione di quel senso di pericolo come una paura locale di Michele e come una che ricorda potentemente l'epoca.

attività 3


“Gesù diceva alzati e cammina a Lazzaro. Ma Lazzaro non si alzava. Alzati e ammina, ripeteva Gesù. Lazzaro non ne voleva proprio sapere di resuscitare. Gesù, che assomigliava a Severino, quello che guidava l’autocisterna dell’acqua si arrabbiava. Era una figuraccia….” P. 45
“Lazzaro, un mangia cadaveri divorato dagli insetti e avvolto da una nube di mosche” 125

Il sogno di Michele di Lazzaro e Gesù è una metafora per esprimere i sentimenti della paura. Le immagini religiose sono comuni nella cultura italiana e possono provocare un senso della paura del Dio. La storia di Lazzaro specialmente ha gli elementi terrificanti. Questa immagine è ricorrente perché esiste nella lettura più recente. 

Chang - Attivita' 3

P.132 Vecchio edizione: “Sembravano due foche…”

La madre di Salvatore e la sorella di lei sono descritte come due foche. Assomigliano delle foche perché sono corte e grosse, ma soprattutto perché siedono tutto giorno insieme alla cucina e vedono lavorare la cameriera, non avendo niente da fare. Abitano a una casa triste, la cucina ne essendo l’unica stanza luminosa: il marito l’ha praticamente abbandonata. Le due donne, “ammaestrate con la permanente, ” sono diventate pigre, e magari un po’ indifferente, a causa della lunga sofferenza. I cibi gli sono la sola gioia rimasti nella vita. Questa similitudine, dunque, ci dice non solo delle loro caratteri fisiche, ma anche della condizione della loro vita.

Attività 3


“Era di buon umore. Da una settimana era peggio di un cane rabbioso e ora cantava tutta contenta con la sua voce rauca e maschile.” (132)

Penso che questa similitudine sia efficace perché dimostra la gamma d’emozioni della madre di Michele. L’immagine di un cane rabbioso è fortissima, ed è vero che la sua madre era veramente arrabbiata. Ma in questa scena, lei è particolarmente felice. Penso che la qualità che è più importante della mamma di Michele sia lei sia molto volubile, è questa frase dimostrarla bene. Questa frase non è ricorrente esattamente durante la storia, ma è un’idea che è costante.

Attivita' 3

"Si e' sciolto i capelli e sembrava un vecchio Tarzan malato." pg 120 (vecchio ed.)

Questa metafora descrive Sergio quando si prepara per andare in letto. La metafora e' semplice ma rivela molto di come appare Sergio a Michele. Il descrizione di 'Tarzan malato' e' interessante perche' Tarzan e' un uomo forte e la parola malato cambia il senso di Tarzan. Il descrizione mi dice che Sergio era un uomo forte e spaventoso ma ancora che e' vecchio e lui e' affetto da tosse. Penso che questo discrizione cambi come Michele vede Sergio. Il descrizione di Sergio come un uomo forte ma vecchio e' ripetuto nel libro. 

Attivita' 3


“Ora non lo vedevo più, ma era vicino. A meno di mezzo metro dai miei piedi. Se allungava un braccio mi acchiappava una caviglia. Mi sono chiuso come un riccio.” (p.120)

Questa similitudine è usata molte volte nel romanzo, è ricorrente.  Qui è usata per descrivere Michele, ed è usata un’altra volta quando Michele dice che Filippo rannicchia come un porcospino.  Penso che Ammaniti usi quest’immagine per mostrare la vulnerabilità dei bambini e i loro rapporti con adulti.  Michele ha paura di Sergio perche lui sa cosa ha fatto lui con Filippo, e  dopo essere rapito, Filippo ha paura di tutti gli adulti.

Attività 3

"Era raggomitolato come un porcospino nella coperta marrone. Non voglia di scendere là dentro, ma dovevo scoprire se c'erano i resti della fettina di mia sorella" (80-81).

Questa similitudine è un po' buffa perche' si puo immaginare Michele come un porcospino vicino al buco e la casa abbandonata. Inoltre, questa parte del libro mostra la ossessione di Michele sul bambino nel buco. Durante queste pagine, Michele pensa che il bambino sia suo gemello; sebbene lui abbia paura di Felice Natale, lui visita il buco per parlare con Filippo. Questa similitudine mostra che Michele è un bambino curioso e determinato: un fatto che sarà importante per il resto della storia.

Attività 3

pp. 126 "Ha buttato la sigaretta dalla finestra. La cicca è scomparsa nella notte, come un lapillo infuocato."

In questa scena, Michele fa finta di dormire mentre Sergio si prepara per andare al letto. Il mozzicone sembra di essere un piccolo sasso che è emesso dal vulcano. È incandescente come la lava. Questa frase è una delle tante immagini e metafore del fuoco nel questo libro. L'Acqua Traverse è così secco e caldo che sembra che possa prendere fuoco a qualsiasi momento. In un senso, la situazione con il rapimento di Filippo è simile. Un fuoco cova sotto la cenere nell'Acqua Traverse e ci vuole solo un fiammifero per esplodere. Sergio ha il potere di distruggere tutto quello che Michele sa.

Attività 3

"Dove passavo rimaneva la pelle bianca, così bianca che sembrava trasparente, come la carne di un pesce bollito."- p. 123, Ed. Nuova.

Questa similitudine descrive Filippo, il bambino nel buco, mentre Michele lo pulisce. Filippo è coperto di sporcizia, tanto che la sua pelle sembra nera. Michele vuole aiutare Filippo ma non può fare più di portargli il cibo e l'acque e pulirlo. La pelle bianca, come un pesce, rappresenta l'innocenza di Filippo. Bianco è il colore di speranza e di bontà. Anche, la pelle di Filippo sono trasparente perché è stato nel buco senza il sole per molte mese. Questa situazione non è sana.

Attività


“Tu non sei l’angelo custode… E non sono il tuo angelo custode” pg115

Una delle prime volte che Filippo vede Michele lo chiama il suo angelo custode. Con questa metafora Ammaniti mostra l’innocenza di Filippo. Il bambino nel buco vede Michele come la sua unica salvezza perché crede che tutta sua famiglia sia morta. Soltanto in questa scena Filippo è disperato e rinuncia la sua speranza. Questa metafora è specialmente importante perché ci permette capire ed essere più compassionevole con la situazione di un bambino senza sua famiglia e in queste condizioni.