"Felice aveva vent'anni. E quando stava ad Acqua Traverse la vita per me e gli altri bambini era un inferno. Ci picchiava, ci bucava il pallone e ci rubava le cose.
"Era un povero diavolo. Senza un amico, senza una donna. Uno che se la prendeva con i più piccoli, un'anima in pena. E questo si capiva. Nessuno a vent'anni può vivere ad Acqua Traverse, a meno di fare la fine di Nunzio Scardaccione, lo strappacapelli. Felice stava ad Acqua Traverse come una tigre in gabbia" (p. 78-9 nuova)
A questo punto nella storia, non sappiamo se Felice Natalia è un personaggio molto importante. Comunque, penso che questa sezione sia importante perché mostra l'ambiente di Acqua Traverse che fa possibile la mancanza di moralità che è necessario per il rapimento di Filippo. Questo crimine non ha un motivo molto forte e non è venuto da un'opportunità facile, ma invece succede con una passione che viene da niente , mostrata quando gli adulti urlano alla televisione. Succede anche con un'avidità che non sembra di esistere nella vita pigra e isolata di Acqua Traverse.
Da questa scena, comunque, si prende un senso della mentalità prevalente di Acqua Traverse - cinetico come "una tigre in gabbia" e fatto pazzo con solitudine, senza scopo e senza diversione. Felice Natale soffre di più da questa situazione ad Acqua Traverse, ma immagino che tutti gli adulti soffrano ugualmente, affinché il rapimento sia una sfida per distrarre le sue menti dall'inanità della vita quotidiana.
A me, è come un personaggio da Faulkner o Dostoevsky che fa male da noia e futilità invece di da collera o male.
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