“—Tu sei l’angelo
custode?
—Come?
—Sei l’angelo
custode?
Ho balbettato.
—Io… Io, no… Io non sono l’angelo…
—Tu sei l’angelo.
Hai la stressa voce.
—Quale angelo?
—Quello che
parla, che dice le cose.
—Non sono gli
orsetti lavatori che parlano? —Non riuscivo a trovare un senso a quel
farneticare— Me lo avevi detto tu…
—Gli orsetti
parlano, ma certe volte dicono le bugie. L’angelo dice sempre la verità. Tu sei
l’angelo custode. —Ha alzato il tono di voce. — A me lo puoi dire.
Mi sentivo
debole” (p.79-80)
In questa scena,
Filippo ripete molte volte Michele è un angelo. Penso che sia un momento
importante nel romanzo perché mostra che Filippo è cosi abusato nel buco al
punto di pensare di essere già morto. Sembra che Filippo preferirebbe essere
morto che soffrire nel buco. Michele è come un angelo per Filippo perché Michele
è l’unica persona che può aiutare Filippo ma Michele è riluttante di essere
chiamato “angelo.” Secondo me, questo mostra il conflitto che Michele ha con la
situazione perché sebbene lui abbia paura di Filippo, sempre ritorna al buco. Inoltre,
come nel sogno con Gesù e Lazzaro, ho notato che l’autore si riferisce molto ai
simboli religiosi nel romanzo.
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