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sabato 10 marzo 2012

Attivita' 2

“—Tu sei l’angelo custode?
—Come?
—Sei l’angelo custode?
Ho balbettato. —Io… Io, no… Io non sono l’angelo…
—Tu sei l’angelo. Hai la stressa voce.
—Quale angelo?
—Quello che parla, che dice le cose.
—Non sono gli orsetti lavatori che parlano? —Non riuscivo a trovare un senso a quel farneticare— Me lo avevi detto tu…
—Gli orsetti parlano, ma certe volte dicono le bugie. L’angelo dice sempre la verità. Tu sei l’angelo custode. —Ha alzato il tono di voce. — A me lo puoi dire.
Mi sentivo debole” (p.79-80)


In questa scena, Filippo ripete molte volte Michele è un angelo. Penso che sia un momento importante nel romanzo perché mostra che Filippo è cosi abusato nel buco al punto di pensare di essere già morto. Sembra che Filippo preferirebbe essere morto che soffrire nel buco. Michele è come un angelo per Filippo perché Michele è l’unica persona che può aiutare Filippo ma Michele è riluttante di essere chiamato “angelo.” Secondo me, questo mostra il conflitto che Michele ha con la situazione perché sebbene lui abbia paura di Filippo, sempre ritorna al buco. Inoltre, come nel sogno con Gesù e Lazzaro, ho notato che l’autore si riferisce molto ai simboli religiosi nel romanzo. 

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