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giovedì 8 marzo 2012

Attività 2

Papà era l'uomo nero.
Tutti gli altri erano zingari. Zingari travestiti da persone. E quel vecchio era il re degli zingari e papà il suo servo. Mamma no, però.
Mi immaginavo che gli zingari erano una specie di nanetti velocissimi, con le orecchie di volpe e le zampe di gallina. E invece erano persone normali. (97)

In questa scena, Michele sta parlando a lui stesso quando si accorge che suo padre e gli altri adulti sono i sequestratori di Filippo. È un momento molto importante per lo sviluppo di Michele perché capisce in questo momento due cose serie. Prima, si rende conto delle aspette brutte di suo papà. Michele, prima di sentire il telegiornale, ha un'immagine un po' fantastico dell'uomo che non sta spesso a casa ma porta i regali. Qui, Michele capisce di conoscere bene il papà solo come un padre—non lo conosce mica come un uomo. Secondo, e forse più importante, Michele si accorge che il male non ha una faccia ovvia o brutta. Penso che la consapevolezza che a volte i mostri sono le persone sia una cosa inevitabile nell'accrescimento di un bambino.

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